Il vero volto di Dante
Il vero volto di Dante, seconda metà XIV sec., Firenze, Alle Murate.
Questo ritratto fa parte del prezioso ciclo di affreschi trecenteschi recentemente rinvenuto all’interno della sala grande del Palazzo dell’Arte dei Giudici e dei Notai. Nella lunetta dedicata alla celebrazione dei poeti fiorentini, spicca il vero motivo di orgoglio del ritrovamento: si tratta del ritratto documentato più antico al mondo di Dante Alighieri. Insieme a lui compare anche Giovanni Boccaccio, raffigurato sull’estremità destra della lunetta; ci sarebbero anche Francesco Petrarca e Zanobi da Strada, dei quali oggi si intravedono solo i piedi. Nonostante il deterioramento dovuto al tempo e alla noncuranza (in questa sede era ospitata fino a non molti anni fa la più antica merceria di Firenze), i restauratori hanno riconosciuto in questo ritratto il «vero volto di Dante». L’affresco dimostra che le reali sembianze del Sommo Poeta non sarebbero quelle tramandate dall’iconografia dantesca tradizionale del Rinascimento: Dante, insomma, non avrebbe avuto il naso aquilino con cui siamo abituati a vederlo raffigurato, ma il naso lungo. La datazione del ciclo degli affreschi, collocabili genericamente nella seconda metà del Trecento, non è precisa. Dai documenti pervenuti sappiamo soltanto che la decorazione della sala maggiore del Palazzo fu affidata nel 1366 a Jacopo di Cione e che nel Quattrocento il ciclo venne ampliato con i ritratti dei più famosi umanisti fiorentini.