Pianoforte verticale

Bartolomeo Tromboncino, dalla frottola al madrigale moderno

Bartolomeo Tromboncino, dalla frottola al madrigale moderno
Bernardo Tromboncino, Trascrizione per liuto, 1521.
Il compositore si distingue anche nella musica liturgica. Note sono le sue Lamentazioni di Geremia, che vengono pubblicate da Ottaviano Petrucci (1506), l’inventore della stampa musicale a caratteri mobili: inizierà così la diffusione in Europa di elementi di notazione nati in italiano (come saranno in seguito le indicazioni agogiche).


Quello del trombone è uno dei più noti nomi italiani di strumenti musicali presenti nelle lingue europee (trombon in francese, inglese, olandese e tedesco; trombon in albanese, croato, rumeno, svedese e turco; trombón in spagnolo; trombons in lettone; τρομπ?νι in neogreco; ??????? in russo e in serbo). Alcuni preziosi esemplari di questo strumento sono conservati nel Museo degli Strumenti Musicali della Galleria dell’Accademia delle Belle Arti, collegato al Conservatorio Luigi Cherubini. Deve il suo nome al trombone il veneto Bartolomeo Tromboncino (Verona, ca. 1470 - Venezia, dopo il 1535), che oltre a distinguersi come virtuoso trombonista compone madrigali e frottole (la più celebre è Non val aqua al mio gran foco, contenuta nella raccolta di Ottaviano Petrucci: «Non val aqua al mio gran foco / che per pianto non s’amorza / anzi ognhor più se rinforza / quanto più con quel mi sfoco. / Non mi val el lamentarmi / che per gridi el duol non scema. / Qual saran donche bon armi / ala pena mia si extrema? / Star patiente e con tal tema / ben servir chi m’ama pocho»). Nelle sue composizioni è evidente un importante cambiamento stilistico: spogliate della loro tipica veste popolaresca, esse vengono impreziosite attraverso l’uso del linguaggio della tradizione letteraria umanistica (tra le fonti principali figura Francesco Petrarca): nascerà così il moderno madrigale. Nella sua vita Tromboncino si sposta tra diversi centri italiani (soprattutto Mantova e Ferrara), e presso la corte medicea musica Com'arò dunque ardiredi Michelangelo Buonarroti.