Armilla e quadrante astronomico
Il frate domenicano Egnatio Danti (Perugia, 1536 - Alatri, 1586), al secolo Carlo Pellegrino, è scienziato, astronomo, ingegnere e cartografo, tra i più versatili e brillanti uomini di scienza del suo tempo. Dal 1562 al 1576 è matematico e cosmografo di corte del granduca Cosimo I, per il quale realizza i dipinti geografici delle porte lignee degli armadi del guardaroba di Palazzo Vecchio. A Firenze il Danti rivela anche tutta la sua abilità di costruttore di strumenti scientifici realizzando un bellissimo astrolabio in ottone e una coppia di strumenti astronomici posti sulla facciata della chiesa di Santa Maria Novella. Ma il Danti ricopre anche un importante ruolo nell’evoluzione dell’italiano scientifico cinquecentesco, sia teorico, sia tecnico-pratico. Proprio a Firenze, infatti, per i tipi dello stampatore Giunti, Danti pubblica due opere fondamentali: la prima traduzione in lingua italiana della Prospectiva di Euclide (1573) e il Dell’uso et fabbrica dell’astrolabio (1578), uno dei primissimi esempi di manuale tecnico specificamente dedicato a uno strumento scientifico in italiano. Nei due volumi Danti da un lato affronta la difficoltà di adeguare l’italiano alla terminologia latina di un originale tanto complesso (trovandosi a dover mediare tra rigidità di contenuto e chiarezza espositiva) e dall’altro ci offre il modello di una prosa tecnica che oggi chiameremmo di divulgazione, adottando soluzioni linguistiche molto vicine ai testi moderni dello stesso tipo.
La nascita del moderno manuale tecnico in italiano: Egnatio Danti
Bartolomeo Passarotti, Ritratto di Egnatio Danti, 1576 ca., olio su tela, Bologna.
Nel ritratto del frate domenicano si intravede proprio una copia della Prospettiva di Euclide, che egli tradusse in italiano nel 1573.
Nel ritratto del frate domenicano si intravede proprio una copia della Prospettiva di Euclide, che egli tradusse in italiano nel 1573.
Il frate domenicano Egnatio Danti (Perugia, 1536 - Alatri, 1586), al secolo Carlo Pellegrino, è scienziato, astronomo, ingegnere e cartografo, tra i più versatili e brillanti uomini di scienza del suo tempo. Dal 1562 al 1576 è matematico e cosmografo di corte del granduca Cosimo I, per il quale realizza i dipinti geografici delle porte lignee degli armadi del guardaroba di Palazzo Vecchio. A Firenze il Danti rivela anche tutta la sua abilità di costruttore di strumenti scientifici realizzando un bellissimo astrolabio in ottone e una coppia di strumenti astronomici posti sulla facciata della chiesa di Santa Maria Novella. Ma il Danti ricopre anche un importante ruolo nell’evoluzione dell’italiano scientifico cinquecentesco, sia teorico, sia tecnico-pratico. Proprio a Firenze, infatti, per i tipi dello stampatore Giunti, Danti pubblica due opere fondamentali: la prima traduzione in lingua italiana della Prospectiva di Euclide (1573) e il Dell’uso et fabbrica dell’astrolabio (1578), uno dei primissimi esempi di manuale tecnico specificamente dedicato a uno strumento scientifico in italiano. Nei due volumi Danti da un lato affronta la difficoltà di adeguare l’italiano alla terminologia latina di un originale tanto complesso (trovandosi a dover mediare tra rigidità di contenuto e chiarezza espositiva) e dall’altro ci offre il modello di una prosa tecnica che oggi chiameremmo di divulgazione, adottando soluzioni linguistiche molto vicine ai testi moderni dello stesso tipo.