Basilica di Santa Maria Novella

Armilla e quadrante astronomico

Tra il 1572 e il 1574 il frate domenicano Egnatio Danti, cosmografo (disegnatore di carte geografiche) e matematico di corte del granduca Cosimo I, venne incaricato di dotare la basilica di Santa Maria Novella di una serie di strumenti di osservazione e misurazione astronomica. Il Danti installò così, sulla sinistra della facciata monumentale progettata da Leon Battista Alberti, un’armilla equinoziale in bronzo costituita da due cerchi (le intersezioni dei quali indicano le posizioni del sole alla data dei due equinozi) e, sulla destra, un quadrante astronomico (del quale rimane la base marmorea) corredato da alcuni orologi solari, basati sullo spostamento su un reticolo di riferimento dell’ombra prodotta da un’asticella di ferro. Danti descriverà i due strumenti nel suo Dell’uso et fabbrica dell’astrolabio (1578), pubblicato a Firenze per lo stampatore Giunti, uno dei primissimi esempi di manuale tecnico in lingua italiana, nel quale non solo vengono illustrate nella nostra lingua le modalità di costruzione di diversi strumenti tecnici, ma si forniscono per la prima volta le sequenze di istruzioni necessarie per farli funzionare correttamente. Si tratta di un manuale pratico rivolto a un pubblico vasto, non necessariamente in possesso di precise nozioni scientifiche o tecniche. Con la sua opera, Danti ci offre così il modello di una prosa tecnica che oggi chiameremmo di divulgazione, adottando soluzioni linguistiche molto vicine ai testi moderni dello stesso tipo.

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