La basilica, inaugurata nel 1279, è una delle chiese più importanti di Firenze. L’edificio religioso e l’annesso monastero costituivano un importante polo culturale gestito dall’ordine domenicano: il complesso comprendeva una biblioteca (la più grande di Firenze fino alla fine del Trecento, dopo quella di Santa Croce), un ricco laboratorio erboristico e una scuola, nella quale studiò per un breve periodo anche Dante Alighieri. È inoltre all’interno della basilica che Giovanni Boccaccio situa la sequenza iniziale del Decameron, con l’incontro dei primi giovani protagonisti della vicenda. Tuttavia la chiesa di Santa Maria Novella non è soltanto un importante luogo letterario, ma anche uno spazio archittettonico legato allo sviluppo dell’italiano come lingua tecnica e scientifica. Oltre ad aver fornito supporto, con la sua biblioteca, a numerosi studiosi e “genieri” tra Quattro e Cinquecento, il complesso della basilica fu tra i primi spazi pubblici a Firenze ad essere dotato di strumenti astronomici di misurazione del tempo situati all’aperto e più precisamente sulla facciata della chiesa. Tali strumenti, installati nel corso del Cinquecento dal frate domenicano Egnatio Danti, offrirono al proprio costruttore l’occasione di descriverne la realizzazione e il funzionamento in un importante trattato in volgare, uno dei primi esempi di manuale tecnico scritto in italiano.
Curiosità: la porzione superiore della facciata della chiesa fu progettata da Leon Battista Alberti su incarico della famiglia Rucellai.