Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Leon Battista Alberti e la prima grammatica di una lingua volgare

Leon Battista Alberti e la prima grammatica di una lingua volgare
Giorgio Vasari, Ritratto di Leon Battista Alberti, 1568, stampa - xilografia. Courtesy of © Studio fotografico Quattrone - Firenze.


Leon Battista Alberti (Genova, 1404 - Roma, 1472), nato e cresciuto lontano da Firenze per effetto di un bando che per motivi politici aveva colpito la sua famiglia, incarna appieno lo spirito dell’Umanesimo: è architetto, letterato e primo grammatico di una lingua volgare. Nella sua Grammatichetta vaticana (il nome si deve alla biblioteca in cui è conservato il manoscritto), Alberti fissa per la prima volta alcune delle regole del volgare fiorentino cólto del Quattrocento, come l’opposizione temporale del passato prossimo al passato remoto e l’uso del condizionale, modo verbale assente nel latino. Il suo intento è quello di dimostrare che la lingua in uso a Firenze è degna di competere con il latino in tutti i campi del sapere perché è anch’essa dotata di norme grammaticali. In questo modo Alberti diventa il principale esponente dell’Umanesimo volgare, in contrasto con l’idea allora prevalente che voleva il latino unica lingua grammaticale. Per promuovere l’uso letterario del volgare fiorentino, Alberti stesso scrive in volgare o volgarizza opere che aveva scritto originariamente in latino e, rientrato a Firenze, nel 1441 organizza il Certame coronario, una gara poetica che si svolge nella chiesa di Santa Maria del Fiore e che doveva premiare con una corona il miglior componimento in lingua volgare. La giuria, però, non assegna il premio ritenendo che nessuna delle opere presentate ne sia degna. La strada verso l’affermazione del volgare era ancora lunga ma con Alberti il volgare aveva ormai compiuto i suoi primi, importantissimi passi.