Le Giubbe Rosse

Montale e le Giubbe Rosse: il fermento culturale della Firenze del primo Novecento

Montale e le Giubbe Rosse: il fermento culturale della Firenze del primo Novecento
Foto di gruppo al caffè Le Giubbe Rosse alla fine degli anni Trenta, Firenze, foto storica.
In questa foto d’epoca, vediamo Montale (al centro, di profilo e con la sigaretta in mano) e altri intellettuali del tempo riuniti intorno ai tavolini del Caffè. Si distinguono Mario Luzi (alla destra di Montale), Leonetto Leoni e Ugo Cappocchini; in piedi col cappello, il Marchese di Villanova.


«C’era prima di tutti il caffè delle Giubbe Rosse, dove ci riunivamo per la rivista Solaria… Alle Giubbe Rosse ci andavo praticamente tutti i giorni […]. Vittorini ci veniva spesso…è stato un momento molto bello…». Con queste parole, Eugenio Montale (Genova, 1896 - Milano, 1981) ricorda le giornate trascorse ai tavolini del caffè delle Giubbe Rosse insieme ai suoi amici letterati e intellettuali: sono anni in cui il poeta è pienamente inserito nell’ambiente culturale fiorentino, in un periodo di grande fervore per l’intero panorama artistico e letterario italiano. Assunto dall’editore Bemporad, Montale arriva a Firenze nel 1927 e vi rimane fino al 1948; manterrà con la città un forte legame, tanto da diventarne cittadino onorario nel 1977. Nel periodo in cui frequenta le Giubbe Rosse, il poeta diventa un punto di riferimento per gli intellettuali legati alla rivista «Solaria» e per quasi dieci anni dirige il Gabinetto Vieusseux. Il lungo soggiorno fiorentino lo vede impegnato nella pubblicazione di alcune sue note raccolte poetiche, nonché nella collaborazione a importanti riviste. La fama internazionale di Montale (che gli valse il Premio Nobel nel 1975) è legata alla fondazione di una lingua poetica innovativa, che recupera elementi della tradizione letteraria italiana e straniera ma si avvale di innesti (dialettismi e tecnicismi) che vanno verso la precisione nomenclatoria: una “poesia dell’oggetto” che trae forza dalla compresenza di più toni e registri e da una straordinaria ricchezza lessicale.