Il cuore di Firenze è la bella Piazza della Signoria, fin dal Medioevo centro della vita politica della città. Un luogo ben presente nell’immaginario popolare, celebrato anche in alcune canzoni: in particolare va ricordata Tra Piazza Signoria e Piazza San Firenze, del fiorentino Odoardo Spadaro (1939). Sorta sui resti dell’insediamento romano, dominata da Palazzo Vecchio, la piazza si presenta ora circondata da importanti monumenti (La Fontana del Nettuno di Bartolomeo Ammannati e di Giambologna; il Tribunale della Mercanzia) e palazzi (Palazzo Uguccioni, Palazzo delle Assicurazioni). Vicino all’entrata del museo della Galleria degli Uffizi si trova la Loggia dei Lanzi, nella quale sono esposti il Perseo di Benvenuto Cellini e il Ratto delle Sabine di Giambologna. Nella piazza si trovano alcune famose sculture: il Marzocco e la Giuditta Oloferne di Donatello; il David di Michelangelo; l’Ercole e Caco di Baccio Bandinelli; al centro si trova l’imponente Statua equestre di Cosimo I, di Giambologna. Davanti al Palazzo delle Assicurazioni si trovava il capolinea tranviario, nominato in Tra Piazza Signoria e Piazza San Firenze. Nella canzone Spadaro descrive scherzosamente una scenetta tipica: «Icchè si fa, gni’ dico, o dolce bella mia? / La fa: Pigliamo i’ tramme di Piazza Signoria. / Ma s’era rotto i’ filo e ‘un c’eran più partenze / allora siam tornati in Piazza San Firenze. / Sentivo un certo odore che mi portava via. / Le dissi: Oh icchè t’ha fatto in Piazza Signoria? / La dice: Eh co’ cavalli di tante diligenze / ci ho messo un piede sopra in Piazza San Firenze».

Curiosità: una targa davanti alla Fontana del Nettuno ricorda l’esecuzione del frate domenicano Girolamo Savonarola, impiccato e bruciato per eresia il 23 maggio 1498 nella piazza. Parte delle statue presenti nella piazza sono copie delle orginali conservate nei musei o all’interno di palazzi della città.