Villa Medicea di Castello

Vocabolario degli Accademici della Crusca

Quello realizzato nel corso di quasi tre secoli dall’Accademia della Crusca è il primo vocabolario moderno, modello di tutti i dizionari successivi delle lingue europee. Gli esemplari originali delle sue cinque edizioni sono conservati tra l’altro presso la Villa Medicea di Castello e testimoniano il progetto generale dell’opera: fornire uno strumento per scrivere bene e farsi capire in italiano al di là delle differenze regionali. La prima edizione (Venezia, 1612), integrando la visione esclusivamente letteraria di Bembo con le posizioni di Salviati, accoglie parole ed espressioni non solo da Dante, Petrarca e Boccaccio, ma anche da testi fiorentini del Trecento di carattere non letterario. Dalla seconda edizione (Venezia, 1623) vengono citati, limitatamente ad alcune voci ritenute di uso corrente, anche autori “moderni” come Machiavelli e Lorenzo de’ Medici. Una vera rivoluzione dell’impianto dell’opera si avrà con la terza edizione (Firenze, 1691). Ferma restando l’impostazione trecentesca e fiorentina del Vocabolario, il contributo di scienziati come Francesco Redi e Lorenzo Magalotti e di grammatici più aperti verso l’uso della lingua coeva, porta all’inserimento di voci tecniche e scientifiche e a un allargamento delle fonti citate ad autori non fiorentini (come Tasso) o contemporanei (come Galileo Galilei). Per ampliare un’opera diventata ormai un punto di riferimento per scrittori di tutta Italia viene pubblicata una quarta edizione (Firenze, 1729-1738), il cui principale ispiratore è il grammatico Anton Maria Salvini. La quinta edizione del Vocabolario (Firenze, 1863-1923) si trascinò stancamente e, per problemi economici e organizzativi, è rimasta incompiuta alla lettera O.

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