Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

“Crusca veronese” con annotazioni di Tommaseo

Nel 1899 la figlia di Niccolò Tommaseo, Caterina, donò alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze autografi, carteggi, articoli, libri e riviste appartenuti al padre. Il Fondo Tommaseo, consultabile nella Sala manoscritti della biblioteca, contiene anche un esemplare dell’edizione veronese del Vocabolario della Crusca curata dall’abate Antonio Cesari, noto per il suo purismo arcaizzante. I sei volumi del vocabolario furono acquistati da Tommaseo a Milano (1824-1825) per i suoi «studii sulla lingua» e furono da subito oggetto di fittissime annotazioni. Si va dai segni apposti accanto a ogni singola voce per distinguere le parole libresche da quelle dell’uso popolare, alle rare note marginali, fino alla straordinaria mole di annotazioni riportate sui foglietti inseriti tra le pagine del vocabolario. Molte note contengono citazioni, soprattutto della Commedia di Dante ma anche da autori moderni e da testi francesi; altre testimoniano il precoce interesse dello studioso per i sinonimi e in generale per la ricchezza della lingua italiana; in altre compaiono parole non registrate dal vocabolario; in altre ancora vengono segnalate forme dei dialetti toscani diverse da quelle usate a Firenze. Su una delle pagine bianche che precedono il frontespizio Tommaseo ha riportato una sorta di nota per il lettore, scritta a Firenze e datata 21 luglio 1831; ma di certo lo studioso continuò ad annotare le sue osservazioni sul vocabolario anche negli anni seguenti. I sei volumi della Crusca veronese, infatti, viaggiarono con Tommaseo non solo da Milano a Firenze ma anche in Francia e altrove e furono tra i «pochi e laceri libri» dai quali il lessicografo dalmata non volle mai separarsi, neppure negli anni dell’esilio e nei periodi più bui, quando per far fronte alle difficoltà economiche arrivò a impegnare un orologio donatogli dal padre.

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