Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

Novo vocabolario della lingua italiana

Il Novo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze, detto anche Giorgini-Broglio, è la novità più interessante della lessicografia ottocentesca. Pubblicato tra il 1870 e il 1897, nato dal progetto di orientamento manzoniano di Emilio Broglio e Giovan Battista Giorgini, il repertorio è il capostipite italiano dei “dizionari dell’uso”. Con la formula “dizionario dell’uso” s’intende quello che oggi è il vocabolario per antonomasia, rivolto a un pubblico di lettori comuni e realizzato sulla base della lingua dell’uso vivo (non tralasciando le più importanti voci arcaiche, tecniche e letterarie). L’impostazione del Novo vocabolario rappresenta una grande innovazione rispetto ai dizionari storici, fondati sulla storia della lingua letteraria, e in particolare rispetto al Vocabolario degli Accademici della Crusca. Attraverso l’eliminazione della fraseologia letteraria e di gran parte degli arcaismi i curatori del Novo vocabolario adottano un impianto sincronico, che accoglie anche elementi nuovi della lingua (con l’indicazione “voce nova”), attingendo al parlato fiorentino quotidiano ed esemplificandone i contesti d’uso senza ricorrere a citazioni d’autore. Un esemplare della prima edizione del Novo vocabolario è conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

Curiosità: sono dizionari dell’uso i più diffusi vocabolari d’italiano attualmente in commercio (come lo Zingarelli, il Devoto-Oli e il Garzanti): il legame con la lingua viva della contemporaneità è evidente nella scelta da parte di editori e curatori, di pubblicare edizioni aggiornate, spesso con cadenza annuale (si parla in questi casi di “edizioni millesimate”).

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